Dipinto di Salvatore Fergola del 1837 del Lago Fucino, visto dal Monte Salviano.

L'altopiano del Fucino, situato nel cuore dell'Abruzzo, è un territorio che racchiude in sé una storia millenaria e una vocazione agricola di straordinaria importanza. La sua trasformazione da lago a fertile pianura è un esempio emblematico di ingegno umano e di sfruttamento sostenibile delle risorse naturali.

La storia di una trasformazione

La storia del Fucino è strettamente legata al suo antico lago, il terzo più grande d'Italia, che per secoli ha caratterizzato il paesaggio e la vita delle popolazioni locali. Già in epoca romana, l'imperatore Claudio tentò di prosciugare il lago attraverso la costruzione di un emissario, un'opera ingegneristica di grande portata, ma che non portò a risultati definitivi.

Fu solo nel XIX secolo, grazie all'opera del principe Alessandro Torlonia, che il prosciugamento del Fucino venne completato, trasformando l'area in una vasta pianura coltivabile. Questa bonifica, realizzata con tecniche all'avanguardia per l'epoca, ha rappresentato una svolta fondamentale per l'economia della regione, consentendo lo sviluppo di un'agricoltura fiorente.

L'eccellenza agricola del Fucino

Oggi, la piana del Fucino è rinomata per la produzione di patate e carote di altissima qualità, entrambe insignite del marchio IGP (Indicazione Geografica Protetta). Questi prodotti, grazie alle caratteristiche uniche del terreno e del clima, si distinguono per il loro sapore e le loro proprietà organolettiche, diventando un'eccellenza del Made in Italy apprezzata in tutto il mondo.

L'agricoltura del Fucino rappresenta un modello di sviluppo sostenibile, in cui la tradizione si coniuga con l'innovazione. Le tecniche di coltivazione, tramandate di generazione in generazione, sono state integrate con le più moderne tecnologie, garantendo una produzione efficiente e rispettosa dell'ambiente.